La abadía del crimen è un videogioco prodotto nel 1987 dagli spagnoli Paco Menéndez e Juan Delcán per la piattaforma a 8-bit Amstrad CPC. Umberto Eco non dette mai l’autorizzazione all’utilizzo del titolo e dei personaggi, rimaneggiati per non incorrere in sanzioni di copyright, ma la struttura della storia resta essenzialmente la stessa.
Nel videogioco il giocatore controlla il personaggio di Guglielmo — non più da Baskerville, ma da Occam — e il suo assistente Adso in sette giorni di indagine in un’abbazia. Proprio come nel romanzo, l’azione è scandita dalle ore canoniche, con ricorrenze fisse che il giocatore è tenuto a rispettare. La fisionomia dei personaggi e l’attenzione data alla componente poliziesca risentono invece dell’adattamento cinematografico uscito solo un anno prima.
Sviluppatore: Opera Soft
Piattaforme: Amstrad CPC 6128 (8-bit), PC, ZX Spectrum
Tipologia di videogioco: Adventure game
Modalità: giocatore singolo
Struttura: chiusa
Grafica: 8-bit, isometrica in 3D
Remake: Murder in the Abbey (2008), versione Java (2010), Abadia del crimen Extensum (2016)
Le grafiche isometriche con cui è realizzato il videogioco spingono al massimo delle sue potenzialità il processore in 8-bit per cui è progettato: per la qualità di esecuzione, oltre che per l’immersività della storia, La abadía del crimen è considerato uno dei videogiochi più rappresentativi della cosiddetta “età dell’oro del software spagnolo”. Tra gli anni ’80 e gli anni ’90, la Spagna diventò infatti uno dei maggiori produttori di software 8-bit in Europa.
La abadía del crimen è uno dei titoli cult di quel periodo: anche se il titolo non fu esportato oltre alla penisola iberica nella sua versione originale, diventò ben presto il simbolo di una generazione che, anche senza aver mai letto il libro di Eco, conosceva attraverso l’adventure game le avventure di Guglielmo e Adso. In onore di questo successo nel 2017 è stato emesso un francobollo commemorativo del videogioco, la cui illustrazione è stata disegnata dallo stesso Juan Delcán.
Tra i remake de La abadía del crimen il più degno di nota è The Abbey of Crime Extensum, un videogioco per PC del 2016 realizzato da Manuel Pazos e Daniel Celemín scaricabile gratuitamente dalla piattaforma Steam.
L’intento dei programmatori di questo remake, cresciuti nell’età d’oro dei videogiochi 8-bit, è quello di omaggiare l’originale aggiornando al tempo stesso software e grafiche per dispositivi più moderni:
Where videogames were magic made of dots in a screen which changed our life for ever. This led to this game we’ve humbly tried to reinterpret. A time and way of understanding life. You might call it nostalgia.
Un ulteriore adattamento de Il nome della rosa è Murder in the Abbey (distribuito in alcuni Paesi come The Abbey), un videogioco per PC realizzato nel 2008 dallo spagnolo Emilio de Pazs. In questo caso si tratta di un adventure game con personaggi in 3D e grafiche in 2D: grazie alla tecnologia point and click il giocatore avanza interagendo con l’ambiente circostante e con i non-playable characters e risolvendo puzzle.
Murder in the Abbey ripropone ancora una volta la trama giallistica de Il nome della rosa, pur modificando i nomi di entrambi i protagonisti – che diventano rispettivamente il monaco Leonardo e l’assistente Bruno – e ambientando la vicenda nell’abbazia non più italiana, ma spagnola, di Nuestra Señora de la Natividad.
Il nome della rosa è un gioco da tavolo prodotto dalla Ravensburger nel 2008 e liberamente ispirato alla trama del romanzo. Proprio come nel libro, l’azione si svolge in sette giorni nei quali il giocatore dovrà, a seconda del ruolo assunto, portare avanti le indagini o fare bluff e falsi piani per non far trapelare la propria identità. Il gioco prevede l’uso di carte per far spostare i personaggi nelle diverse stanze dell’abbazia e un meccanismo a punti per indicare sospettati e indiziati.
Il nome della rosa è un gioco da tavolo prodotto dalla Ravensburger nel 2008 e liberamente ispirato alla trama del romanzo. Proprio come nel libro, l’azione si svolge in sette giorni nei quali il giocatore dovrà, a seconda del ruolo assunto, portare avanti le indagini o fare bluff e falsi piani per non far trapelare la propria identità. Il gioco prevede l’uso di carte per far spostare i personaggi nelle diverse stanze dell’abbazia e un meccanismo a punti per indicare sospettati e indiziati.
Nel 2005 Radiodue Rai ha prodotto un radiodramma del romanzo di Umberto Eco, trasmesso in trentacinque puntate dal 10 ottobre al 18 novembre. La registrazione integrale di questa produzione, oggi disponibile gratis su YouTube, prevede un cast a più voci, tra cui spicca Lino Capolicchio nel ruolo di Guglielmo da Baskerville, oltre ad effetti sonori e di atmosfera.
Sono stati inoltre realizzati, negli ultimi anni, due ulteriori versioni audio de Il nome della rosa: l’audiolibro letto da Tommaso Ragno, disponibile previo abbonamento alla Audible, e la lettura realizzata da Moni Ovadia per il programma di Rai Radio 3 “Ad alta voce”, disponibile gratuitamente su Rai Play Radio.
Adattare gli efferati crimini e i torbidi affari dell’abbazia de Il nome della rosa al pubblico più giovane è un’operazione difficile, ma non impossibile. Già nel 1988 Bruno Sarda ha realizzato infatti una parodia del romanzo di Umberto Eco per il fumetto Topolino.
Il nome della mimosa è ambientato non più in un’abbazia, ma in un college inglese dell’800, che Topolino e Pippo raggiungono con una macchina del tempo. Non ci sono più omicidi, ma semplici rapimenti; l’equivalente del secondo libro della Poetica è un testo sugli scacchi che contiene metodi sicuri per vincere qualunque partita.
La reazione di Umberto Eco, studioso e appassionato di fumetti, a questo adattamento fu entusiastica:
«È molto più difficile finire su “Topolino” piuttosto che sulla Treccani.»
Il tempio della rosa (Astro Junior, 2020), di Daniele Bello, è una parodia de Il nome della rosa in chiave favolistica destinata a un pubblico di ragazzi a partire dai 12 anni.
Ambientato in un monastero non più di clerici ma di druidi, l’Abbazia di Bled, il romanzo ha per protagonisti William di Baskerlaand e il suo assistente Hudson da Melik, i quali dovranno investigare la misteriosa sparizione di amanuensi e manoscritti dalla biblioteca prima dell’arrivo dell’Inquisizione.
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