Umberto Eco (Alessandria 1932 – Milano 2016) è stato filosofo, medievista, semiologo e massmediologo nonché autore di saggi, romanzi e appassionato bibliofilo. Dopo la laurea in Filosofia conseguita con una tesi sull’estetica di Tommaso d’Aquino entra nell’orbita della cultura di massa grazie a impieghi presso l’allora neonata RAI.
Parte del movimento neoavanguardistico Gruppo 63, fondatore del DAMS (1971), direttore editoriale di Bompiani, docente di Estetica e poi di Semiotica, collaboratore presso i principali quotidiani italiani, primo tra tutti L’Espresso con la rubrica La bustina di Minerva, nell’immaginario comune Umberto Eco è, innanzitutto, l’autore de Il nome della rosa (1980), primo dei suoi otto romanzi. Seguiranno, nella narrativa, Il pendolo di Foucault (1988), L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015).
Tra le sue opere di saggistica, accademica e non, si ricordano Apocalittici e integrati (1964), Il superuomo di massa (1976), Trattato di semiotica generale (1975), Il fascismo eterno (2018). Prima della scomparsa si è interessato alle discussioni intorno a Internet e ai social media, oltre che alla digitalizzazione della lettura, e ha fondato insieme a Elisabetta Sgarbi la casa editrice La nave di Teseo.